La parola depressione, che deriva dal latino depressio-onis, si riferisce all’atto di deprimere, di portare cioè ad un livello più basso. 
La condizione di ciò che è depresso in fisica e nella tecnica si chiama una pressione inferiore ad una di riferimento, in particolare a quella atmosferica, senza che si arrivi a valori molto piccoli della pressione in corrispondenza dei quali si incomincia a parlare di vuoto.
In particolare il Disturbo depressivo maggiore consiste in un umore depresso persistente (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni da almeno due settimane) e un’incapacità di provare felicità o piacere a cui si accompagnano altri sintomi quali: significativa perdita di peso o aumento del peso; insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni; agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni; faticabilità o mancanza di energie quasi tutti i giorni; sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccesivi quasi tutti i giorni; ridotta capacità di pensare o concentrarsi quasi tutti i giorni; pensieri ricorrenti di morte.
La depressione del paziente anziano ha una presentazione clinica specifica, caratterizzata in particolar modo da somatizzazioni, sintomi ansiosi, ipocondria, ideazione suicidaria, coartazione affettiva, apatia. Molto spesso la sintomatologia depressiva in età senile è accompagnata da alterazioni fisico-metaboliche (ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, deterioramento cognitivo e patologie organiche) .




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